Preparazione all'esame

Esame eseguito sul sangue in cui è necessario digiunare nelle 10 - 12 ore che precedono il prelievo.

 

 

Tipo di provetta in uso:  provetta tappo giallo o rosso (SIERO) - Micro particelle di silice, granuli di polystyrene, gel separatore, vuota

Funzioni e Valori

Con l'azotemia si misura la quantità di azoto nel sangue. L'azoto è presente nel sangue sotto forma di urea, creatinina, aminoacidi ed acido urico ed indica con precisione la funzionalità dei reni; riflette principalmente il contenuto di urea nel sangue che e' presente in maggiore concentrazione rispetto ad altre sostanze azotate. Questo esame è indicativo della funzionalità dei reni ma viene spesso condizionato da fattori esterni come l'alimentazione (una dieta ricca di proteine fa aumentare i livelli di azotemia anche se il rene funziona perfettamente).

Valori nella norma:

10 - 50 mg/dl

Valori diversi da quelli di riferimento indicano una imperfetta depurazione del sangue da parte dei reni.

Non sempre l’azotemia alta è indice di cattivo funzionamento del rene, spesso i valori alterati sono determinati da una dieta scorretta, da eccessiva attività fisica o da altri comportamenti sbagliati. Cerchiamo dunque di indagare sulle possibili cause che possono condurre all'iperazotemia e sui rimedi da adottare per eliminare un disturbo che se non patologico è spesso asintomatico ma che può comportare danni anche gravi.

L’aumento dell’azotemia può aversi per due distinti motivi :

1. Anomalo aumento dei cataboliti proteici e quindi dell’azoto nel sangue.

2. Insufficiente rimozione. La rimozione dei cataboliti è effettuata dal rene che funge da filtro. Una scarsa rimozione è quindi conseguente ad un problema di filtraggio.

Iperazotemia per filtraggio inefficace dei reni

In funzione dell’eziologia ossia della causa l’iperazotemia dipendente da un cattivo filtraggio del rene si differenzia in tre distinte tipologie:

Azotemia prerenale. E’ conseguente ad una ipoperfusione sanguigna ossia da una riduzione del flusso ematico che irrora i reni che perciò risultano assolutamente sani e funzionanti. Il ridotto afflusso di sangue può a sua volta avere molteplici cause. Di seguito ne indichiamo quelle più comuni:

Stenosi dell’arteria renale. Riduzione del lume dell’arteria che adduce il sangue al rene. Le cause di tale stenosi possono essere varie: placche aterosclerotiche, trombi, etc.
Ipervolemia. Riduzione del volume del sangue circolante che può essere provocato da un elevato numero di problemi. I più comuni sono: emorragie consistenti sia interne che esterne, ustioni gravi ed estese, disidratazione sia per eccessiva sudorazione che per vomito e diarrea, diabete mellito e mancata somministrazione di insulina con perdita di ioni sodio e potassio e conseguente massiccio rilascio di acqua nelle urine.
Insufficienza cardiaca. Incapacità del cuore di assicurare col suo battito la portata ematica necessaria. E' generalmente conseguente ad: infarto o ischemia miocardica, ipertensione, compromissione delle valvole cardiache.
Shock. Sindrome caratterizzata da una ridotta perfusione sanguigna ai vari organi del corpo. Può avere svariate cause: settica a base immunitaria, allergica, cerebrale.

Azotemia renale. E' conseguente a una serie di malattie proprie del rene. Esse determinano un insufficiente filtraggio nelle urine dei sottoprodotti azotati per compromissione del tessuto renale deputato a tale compito. Le più comuni sono:

Insufficienza renale. Condizione patologica per cui i reni non riescono a filtrare i prodotti azotati di scarto. Può essere acuta o cronica.
Glomerulonefrite. Infiammazione che interessa la regione renale dei glomeruli che è costituita da un groviglio di vene ed arterie in cui avviene l’azione di filtraggio.
Morbo di Addison. E' una insufficienza cortico surrenale cronica con conseguente severa riduzione degli ormoni secreti dalle surreni quasi sempre a base autoimmune. Ne consegue scarsa produzione di cortisolo ed aldosterone. La carenza di aldosterone determina squilibrio degli elettroliti con gravi escrezioni di sodio e conseguente disidratazione ed ipovolemia per eccessiva diuresi. Alla disidratazione fa seguito l’aumento di azotemia.
Rene policistico. Malattia ereditaria caratterizzata da un abnorme sviluppo di cisti nei tessuti del rene. La malattia, inizialmente asintomatica, compromette progressivamente la funzionalità renale ed induce azotemia elevata.
Tubercolosi renale. Infezione del rene del Mycobacterium tubercolosis. Proveniente generalmente da una primaria infezione ai polmoni. L’infezione crea delle lesioni tissutali che compromettono la funzionalità dell’organo.

Azotemia post renale. E' causata da un blocco del flusso delle urine a valle del rene. Il difficoltoso deflusso dell’urina provoca idronefrosi ossia ampliamento del bacino renale a spese della massa filtrante e da qui ne consegue compromissione della funzionalità renale. Le cause di tale blocco possono essere svariate. Le più ricorrenti sono:

Blocco dell’uretere. Tale blocco può essere conseguente a : calcolo renale, ad una compressione procurata dallo sviluppo dell’utero in una gravidanza, ad un tumore, ad una iperplasia della prostata.
Blocco dell’uretra. Blocco che di norma è causato da calcoli.
Malformazioni congenite delle basse vie urinarie.
Reflusso di urina vescico ureterale per problemi di chiusura difettosa della giunzione vescica ureterale che impedisce la risalita dell’urina dalla vescica.

Iperazotemia per eccessiva produzione di cataboliti proteici

L’aumento del catabolismo proteico che può indurre elevati valori di azotemia può essere indotto da:

Intensa attività fisica come il body building. Per sopperire all’abnorme richiesta energetica che tale situazione richiede il corpo per non consumare le riserve di glicogeno brucia le proteine e quindi i muscoli aumentando la produzione di rifiuti azotati.
Dieta fortemente ipocalorica. In condizioni di forti restrizioni dietetiche venendo a mancare il necessario apporto di glucosio il corpo mette in atto una strategia di difesa che per consentire di conservare le riserve di glicogeno e quindi catabolizza le proteine e di conseguenza aumentano le scorie azotate.
Dieta fortemente iperproteica. Se si aumenta considerevolmente l’introduzione di alimenti proteici le scorie azotate aumentano in proporzione.
Farmaci a base di cortisolo. Il cortisolo infatti stimola la gluconeogenesi ossia la produzione di glucosio per degradazione delle proteine e quindi determina un aumento delle scorie azotate.

Possibili cause valori alterati

L' azotemia bassa è stata riscontrata in pazienti che seguono una dieta ipoproteica, che fanno uso di salicilati e glucocortisoidi o che sono affetti da:

epatite acuta virale
ipopituitarismo
necrosi epatica

L' azotemia alta potrebbe essere registrata in pazienti che seguono una dieta iperproteica o che soffrono di:

leptospirosi
cirrosi
nefrangiosclerosi
collagenopatie
pielonefrite
diabete mellito
mieloma multiplo
disidratazione
emorragie gastrointestinali
glomerulo nefrite
gotta
ustioni
sindrome di Conn
shock
TBC renale
traumi

Sintomatologia

L’azotemia alta generalmente non comporta sintomi se è di origine non patologica; se una sintomatologia è presente è quella abbastanza aspecifica di una tossicità generalizzata e quindi:

Astenia. Ossia mancanza di forza generalizzata e stanchezza.

Tremore.

Pallore.

Confusione.

Perdita di peso.

Tachicardia.

Vomito.

Diarrea.

Aumento della pressione.

Ridotta produzione di urina.

Diagnosi

La presenza di aumento di azotemia che come detto si riscontra con una semplice analisi del sangue.

Per poter stabilire se esiste una reale compromissione della funzionalità renale si rendono necessarie una serie di altre indagini che indirizzeranno il medico nella formulazione della corretta diagnosi.

Esse sono:

Creatininemia. Determina la concentrazione della creatinina nel sangue. La creatinina è un sottoprodotto del metabolismo della creatina che assolve alla funzione di cedere energia durante gli sforzi repentini e violenti come quelli di chi pratica body building. La creatinina viene prodotta nel corpo in quantità costante in un giorno, in maniera indipendente dalla dieta ed in modo proporzionale alla massa muscolare. Poiché tutta la creatina presente nel sangue passa nelle urine la sua determinazione è una valutazione precisa del corretto funzionamento del rene senza essere influenzata dall’alimentazione. In condizioni fisiologiche i valori della creatinemia sono: per gli uomini 0,7 – 1,2 milligrammi per decilitro; per le donne 0,6 – 1,2 mg/dL; per i bambini fino a due anni 0,3 – 0,6 mg/dL. Valori al di sopra di tali range sono un indice di compromessa funzionalità renale.

Clearance della creatinina. E' la quantità di sangue che nel tempo di un minuto viene depurata dalla creatinina dal filtro renale. Per determinarla si raccolgono le urine di 24 ore ed in esse si determina la concentrazione di creatinina, contemporaneamente si determina la concentrazione di creatinina nel sangue e poi si applica la formula: Clearance= Concentrazione urinaria x Vol. Urine/Concentrazione sanguigna. Il valore fisiologico della clearance è compreso tra 95 – 140 millilitro/minuto nell’uomo e 85 – 130 ml/min nelle donne. Valori inferiori sono segno di compromessa funzionalità renale.
Velocità di filtrazione glomerulare. E' la velocità con cui si forma il filtrato renale che contiene acqua e ioni. Il valore fisiologico è mediamente 125 ml/min. Valori inferiori a 90 ml/minuto possono configurare insufficienza renale.

Rapporto tra BUN/Creatinemia. Il valore fisiologico di tale rapporto è contenuto tra 15:1 e 20:1. Valori superiori a 20:1 configurano azotemia prerenale. Valori del rapporto BUN/Creatinemia inferiori a 15:1 configurano azotemia renale. BUN è l’acronimo della terminologia anglosassone Blood Urea Nitrogen. Il BUN si determina misurando la concentrazione dell’urea nel sangue in grammi/decilitro (uremia) e dividendolo per 2,14 in quanto il rapporto tra i pesi molecolare dell’urea e quello dell’azoto è 60/28=2,14.

Ma cosa succede in gravidanza...

L’azotemia di norma durante la gestazione diminuisce per cui in tale periodo si potrebbe soffrire di iperazotemia anche in presenza di valori normali. Il motivo di tale situazione è il maggior assorbimento di acqua che determina una diluizione più elevata dei composti azotati.

Complicanze

Se l’innalzamento dei valori dell’azotemia non è patologico le conseguenze sono di norma irrilevanti. Anche se è buona norma effettuare almeno un test all’anno e seguire uno stile di vita che mantenga i valori nella norma.

Se l’innalzamento dei valori dell’azotemia sono susseguenti ad una malattia le conseguenze/complicanze possono essere anche severe e ridurre notevolmente le aspettative di vita.

Citiamo ad esempio il caso dell’insufficienza renale acuta in cui per il compromesso funzionamento del rene si ha: ipervolemia, acidosi metabolica (abbassamento del fisiologico PH sanguigno per accumulo di sostanze acide), iperkaliemia (accumulo di potassio), uremia, diatesi emorragica (predisposizione alle emorragie). Sintomi che è possibile tenere sotto controllo ma che abbassano il tasso di sopravvivenza del paziente. In tali situazioni si ricorre perciò alla dialisi. Dove la dialisi è una terapia fisica che con apposita apparecchiatura depura il sangue dirottato su un circolo extra corporeo e poi lo reintroduce nel corpo.

Stile di vita

In caso di azotemia alta (ed escludendo una patologia renale) si dovrebbe limitare l'apporto di proteine ed evitare l'uso di integratori proteici per evitare un inutile sovraccarico renale. Anche un pesante impegno fisico può influire (a causa del catabolismo proteico) sui valori riscontrati.

Quindi:

Limitare il consumo di carne, pesce, uova, formaggi, latticini e frutta secca, privilegiando il consumo di pane, pasta, verdure, frutta fresca.

Bere molti liquidi.

Se si pratica una attività fisica intensa e con sforzi rapidi e di breve durata aumentare il consumo dei carboidrati prima della pratica sportiva per non incorrere nel catabolismo muscolare che innalza l’azotemia.

Ridurre l’apporto di sale, fosforo e potassio.