Hai mai visto un atleta correre con delle strisce di nastro colorato appiccicate sulle gambe a formare strani intrecci? Beh, non è una decorazione tribale. Si tratta forse di nastro che rilascia sostanze farmacologiche segrete e dopanti? Niente di tutto questo. Ma allora il taping è un bendaggio? NO!

Il bendaggio ha lo scopo di impedire certi movimenti e di bloccare uno o più muscoli.

Il taping invece serve a favorire la meccanica del gesto atletico, attraverso una stimolazione neuromuscolare che agisce sulla circolazione sanguigna e il sistema linfatico. Il nastro (tape, appunto) ha un certa elasticità e densità e si adatta al movimento del muscolo posto in tensione dal nastro stesso. È in cotone, non impedisce la traspirazione naturale della pelle (non è il nastro isolante da elettricista, per intenderci) e utilizza adesivi antiallergici. Non rilascia alcuna sostanza e agisce solo sulla vasodilatazione del muscolo, accelerando quindi il recupero.

Perché se sei infortunato provi dolore? Perché i recettori neurali e sensoriali sono irritati e trasmettono al cervello una sensazione di sofferenza muscolare.

Il taping “solleva” la pelle (poiché è applicato mettendo in tensione il muscolo) alleviando il carico sui recettori: in questo modo diminuisce il fastidio e recuperi più velocemente.

Il taping viene usato nel recupero da infortuni (taping terapeutico) poiché lo accelera ma anche per recuperare più velocemente dopo carichi di lavoro eccessivi (sforzo muscolare). Non è controindicato nel caso si seguano altre tecniche riabilitative ma anzi può potenziarne l’effetto terapeutico. Può inoltre essere usato per favorire e migliorare la biomeccanica dell’atleta (taping funzionale), quindi con funzione di supporto.

Se lo applicate da soli senza sapere bene cosa state facendo e/o dove metterlo non procurerete danni, mal che vada non servirà a niente. Questo per dire che il taping va applicato con precisione e sapendo dove e come, quindi avendo cognizione dell’anatomia umana e delle tecniche di taping. Inoltre spesso va applicato in posizioni difficilmente accessibili: provate a farvi un taping lombare e ....... poi ne riparliamo!!!

Il Kinesio taping

è un metodo di trattamento dei dolori mioarticolari basato sull’applicazione di un bendaggio elastico adesivo con obiettivi terapeutici e bio-meccanici; questa tecnica può essere impiegata in molte aree della fisioterapia e della riabilitazione come supporto per mantenere i risultati ottenuti. Il nastro elastico è composto da una striscia di cotone colorata e da un adesivo acrilico che viene utilizzato per trattare le lesioni di sportivi e atleti e molti disturbi fisici. Questo metodo è stato inventato nel 1970 dal Dr. Kenzo Kase, un chiropratico giapponese

La popolarità del taping è salita alla ribalta quando alle Olimpiadi di Pechino 2008 sono stati donati 50.000 rotoli.
Numerosi atleti ne hanno quindi fatto uso e tra questi possiamo ricordare Kerri Walsh che ha utilizzato il nastro per una competizione a seguito dell'intervento chirurgico alla cuffia dei rotatori. Lance Armstrong, 7 volte vincitore del Tour de France, parla del nastro nel suo libro nel quale ne descrive l'efficacia del trattamento per i suoi muscoli dolenti.

Questo metodo ha origini lontane e mira alle proprietà di autoguarigione dell’organismo, attuabili per mezzo dell’attivazione dei sistemi circolatori e neurologici. Tutto ciò è possibile grazie al fatto che ai muscoli non viene conferito esclusivamente il compito di muovere il corpo, ma anche quello di controllare la circolazione dei vasi venosi e linfatici, la temperatura e molte altre cose; questa tecnica ha 4 principali effetti:

Correttiva: favorisce il ripristino e la correzione della tensione muscolare, facilitando oppure inibendo la contrazione dei muscoli sulla base della tecnica applicata.
Riduzione del dolore: attraverso una significativa riduzione della pressione sui recettori ed a un corretto ripristino del drenaggio linfatico, si assiste all’attenuazione neurologica dello stimolo doloroso.
Linfodrenante: l’applicazione del TAPING ELASTICO, grazie alle convoluzioni sulla pelle, è in grado di sollevare la pelle dal muscolo diminuendo la pressione e favorendo il drenaggio.
Riallineamento articolare: tensioni eccessive o ridotte possono provocare la dislocazione di un’articolazione, essa può essere corretta e riallineata per mezzo del Taping Elastico, recuperando la funzione e la fascia.

Il Taping Elastico rappresenta oggi il servizio più immediato ed efficace nel panorama delle tecniche complementari, il suo utilizzo trova sempre maggiore frequenza nell'affiancamento a tecniche riabilitatorie, decongestionanti, linfodrenanti, stabilizzanti in grado di migliorare la performance, decompressive volte al miglioramento degli stati dolorosi e propriocettive volte ad implementare l'efficacia nelle routine di movimento specifico. 

Il taping kinesiologico è uno strumento in continua evoluzione che cerca di raggiungere l’equilibrio funzionale corretto del corpo; non si devono limitare le tecniche di bendaggio, ma cercare di imparare dalle esperienze per migliorare i risultati.

Per ripristinare la funzione dei tessuti è essenziale, durante le prime fasi del trauma, utilizzare dei metodi che favoriscano il movimento dei fluidi (sangue e linfa), per facilitare l’eliminazione dei componenti dannosi dalla zona di lesione e, migliorando l’arrivo di sostanze benefiche (come i fibroblasti durante il secondo e il terzo giorno), favorire la migrazione e la sintesi della matrice di collageno per riparare i tessuti danneggiati. L’ostruzione della circolazione dei fluidi può derivare da fattori intrinseci (all’interno dei tessuti) o a fattori estrinseci, che esercitano una pressione interna. Il processo infiammatorio è il fattore principale di “perturbazione” della circolazione dei fluidi e dà origine, dopo la fase acuta, a:
- aderenze
- contratture
- squilibri muscolari
- edema interstiziale.
La superficie corporea coperta dal taping kinesiologico forma convoluzioni nella pelle che aumentano lo spazio interstiziale; la riduzione di pressione permette al sistema linfatico e sanguigno di drenare liberamente i fluidi. Si crea così un “volano” di azioni che permette al corpo di auto guarirsi biomeccanicamente.

CAMPI D'APPLICAZIONE

Dolori dorsali e cervicali
Distorsioni e infiammazioni
Contratture e stiramenti
Riabilitazione post-operatoria
Correzioni posturali

BENEFICI

Allevia il dolore
Riduce l'infiammazione
Migliora la postura
Riduce l’affaticamento;
Sostiene i muscoli in movimento e i tendini infiammati
Aiuta il movimento delle articolazioni sofferenti;
Aumenta l’ampiezza del movimento;

Il nastro utilizzato per il trattamento può essere applicato per più giorni, non contiene alcun principio attivo e può essere usato su bambini, adulti, anziani. Le applicazioni possono ridurre i tempi di recupero e aumentare i livelli di forma fisica.

L'applicazione del Taping Neuro Muscolare con tecnica eccentrica produce uno stimolo di allungamento a livello sia cutaneo sia sottocutaneo. Questo stimolo aumenta l'elasticità della cute e ripristina una normale estensione del muscolo e del tendine, ossia esercita un'azione decompressiva.
Tale azione, sommandosi all'azione delle pliche cutanee sulle articolazioni e sui percorsi muscolari e tendinei, accentua l'estensione del tessuto muscolare, della fascia connettivale e della cute, riducendone la congestione e normalizzando la loro risposta e il loro funzionamento. Uno stimolo in decompressione aumenta gli spazi interstiziali e riduce la compressione cutanea e sottocutanea normalizzando il flusso sanguigno e linfatico.
L'applicazione del Taping Neuro Muscolare con tecnica concentrica, invece, produce uno stimolo di accorciamento sia a livello cutaneo sia sotto cutaneo, creando un'azione compressiva. Tale stimolo aumenta la contrazione della cute, dei muscoli e dei tendini, ma riduce il flusso sanguigno e linfatico.

La cute ha uno spessore differente secondo il tipo etnico di appartenenza, le regioni del corpo e il grado di sollecitazione meccanica che riceve. Il suo spessore può variare da 0,5 a 2 mm, ma in alcune aree può raggiungere i 4-5 mm. In generale è più sottile nelle superfici flessorie rispetto a quelle estensorie. È più spessa nel maschio e nelle aree dorsolaterali (testa, collo, tronco) e tende ad assottigliarsi in direzione ventrale (addome, inguine, estremità distali degli arti). Si presenta più spessa (4 mm) nella regione cervicale posteriore, nella palma delle mani e nella pianta dei piedi. È sottilissima (0,5 mm) quella delle palpebre, del prepuzio e delle piccole labbra e del meato acustico esterno.
La pelle ha una buona elasticità e un alto grado di distensibilità e resistenza: una striscia di 3 x 100 mm sopporta fino a 10 kg, potendosi allungare fino al 50%. L'elasticità cutanea non è però uguale in tutte le parti corporee. È maggiore nelle aree estensorie (convesse) di un'articolazione, come per esempio nella zona anteriore del ginocchio o posteriore del gomito, mentre elasticità minore si ha ai lati e posteriormente all'articolazione stessa. Nonostante la notevole resistenza e la buona elasticità, un'eccessiva e prolungata distensione della pelle, a causa di gravidanza o cambiamenti di peso, può determinare parziali fratture della maglia trimensionale delle fibre connettivali del derma, che possono manifestarsi in antiestetiche cicatrici interne, le ben note smagliature.

La pelle, come si è detto, non è uniformemente distensibile ed elastica, cioè la sua tensione sia a riposo sia in movimento non è uguale in tutte le direzioni. Dipende dall'organizzazione delle fibre collagene ed elastiche del derma ed è maggiore in una direzione e minore in quella a essa perpendicolare. Le fibre elastiche, in particolare, non sono completamente rilasciate, ma in tensione, e questa tensione è orientata diversamente nelle diverse regioni corporee, dove esistono traiettorie lungo le quali la tensione è maggiore e perpendicolarmente a queste la tensione è minore. Di conseguenza, una ferita rotondeggiante tende a deformarsi diventando ovale. Da tutto ciò deriva che alla superficie del corpo si possono disegnare linee di minor elasticità e deformabilità della cute, le linee di tensione o di clivaggio, o linee di Langer, dal nome dell'anatomo-patologo austriaco che agli inizi dell'Ottocento le individuò.

L'applicazione di un nastro adesivo elastico sulla cute deve tener conto delle traiettorie elastiche cutanee, cioè delle linee di Langer, generalmente seguendo un decorso perpendicolare a esse per sfruttare la direzione di maggior elasticità cutanea in modo da accentuare le pliche cutanee.

La tecnica del Taping interessa anche altre strutture oltre la pelle, creando una decompressione della struttura cutanea e dell'immediato sottocute.
La cute, pur aderendo ai piani profondi per mezzo dell'ipoderma, essendo elastica e deformabile presenta una certa mobilità che ne permette il sollevamento in pliche e contribuisce a mantenere l'asse articolare e facilita i movimenti limitandone l'escursione.
In alcune regioni del corpo, la struttura del derma e dell'ipoderma conferisce una forte aderenza della cute ai piani sottostanti e impedisce il sollevamento in pliche: le aree dove non è possibile "dare un pizzicotto" sono il margine anteriore della tibia, la cresta iliaca, la regione inguinale, la regione sacrale, la spalla in corrispondenza dell'acromion, il cuoio capelluto, la pianta del piede e il palmo della mano.

LINEE DI MAGGIORE ELASTICITÀ CUTANEA
Oltre alle linee di Langer, esistono altre mappe di elasticità cutanea, per esempio le linee Kraissl, che riguardano soprattutto il viso, e che differiscono da quelle di Langer perché sono state definite su individui viventi e non su cadaveri.
Sono però soprattutto le linee di maggior elasticità cutanea, e non quelle di minore elasticità, a interessare la tecnica del Taping NeuroMuscolare in quanto proprio seguendo la maggiore elasticità cutanea si può creare, accentuando le pliche, decompressione a livello cutaneo e sottocutaneo.
Per una corretta applicazione del Taping NeuroMuscolare è fondamentale che i nastri seguano le linee di maggiore elasticità cutanea.

Le linee di maggiore elasticità cutanea si basano sullo studio del corpo in movimento e sulla dinamicità della coordinazione del movimento stesso. Per ottenere il maggiore effetto terapeutico si devono seguire queste linee nell'applicazione delle tecniche decompressive e compressive, tranne in caso di alcune applicazioni correttive articolari.
In linea generale la direzione della elasticità cutanea segue il decorso delle fibre della muscolatura superficiale ma non è sempre così, come per esempio nel caso dei muscoli romboidi e del muscolo massetere. L'elasticità della cute corrisponde ai movimenti intorno all'articolazione.

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Taglio del nastro

La forma del nastro dipende dalla zona da trattare e dal tipo di applicazione.
La lunghezza del nastro deve essere uguale a quella del muscolo da trattare più alcuni centimetri di base o ancoraggio iniziale e alcuni centimetri di coda o ancoraggio finale. Si deve prestare attenzione a non invadere con gli ancoraggi il percorso di un altro muscolo, il percorso linfatico o vascolare o la chiusura articolare della zona ascellare, inguinale o clavicolare, la zona sternocleidomastoidea e quella del muscolo trapezio. Gli ancoraggi, anche se correttamente applicati senza imprimere alcuna tensione, possono, se troppo estesi, causare un'eccessiva compressione.

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TECNICA DECOMPRESSIVA

In questa tecnica il nastro viene applicato senza tensione sulla cute in posizione di allungamento.
Volendo applicare tale tecnica, per esempio, al muscolo deltoide, si deve tendere la pelle al di sopra del muscolo stesso. L'ancoraggio del nastro, in posizione neutra, deve essere distale all'inserzione del muscolo. Posizionare una banda del nastro sulle fibre anteriori del muscolo deltoide (parte clavicolare) e l'altra sulle fibre posteriori (parte spinale). Le code del nastro finiscono all'origine del muscolo.
Durante la flessione e l'estensione del muscolo si notano le pliche cutanee che vengono accentuate dalla presenza del nastro. Queste pieghe producono lo stimolo in decompressione.

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TECNICA COMPRESSIVA

In questa tecnica il nastro viene applicato sulla cute sopra il muscolo in leggera contrazione isometrica.
La tensione del nastro può variare tra lo zero e il 25%: in genere viene applicata tensione nel caso di muscoli con un lungo ventre muscolare (per esempio il muscolo bicipite brachiale). Se si vuole agire sempre sul muscolo deltoide, ma con tecnica compressiva, si deve contrarre il muscolo per accorciare la pelle. L'anco-raggio del nastro, in posizione neutra, deve essere distale all' inserzione del muscolo. Posizionare una banda del nastro con 0% di tensione sulle fibre anteriori del muscolo deltoide e l'altra sulle fibre posteriori. Le code del nastro finiscono all'origine del muscolo.
Durante la flessione e l'estensione del muscolo si noti la mancanza di pliche cutanee e il nastro teso. Il nastro teso e compatto produce lo stimolo in compressione.
la tecnica compressiva non deve essere utilizzata sui muscoli intorno al collo che hanno un collegamento con la colonna vertebrale, per esempio i muscoli trapezio, spinali eccetera.

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CONCETTI BASE DELLA TECNICA DI CORREZIONE

Impiegando la tecnica decompressiva e compressiva si può sfruttare l'elasticità del nastro per ottenere diversi tipi di stimolo con obiettivi di correzione.
I principali ambiti di intervento sono i seguenti:
1. muscolare;
2. legamenti/tendini;
3. articolare decompressivo;
4. articolare compressivo;
5. linfatico;
6. per creare decompressione;
7. funzionale.

Attenzione !!!

Il nastro va applicato sempre da personale competente. Infatti una applicazione non corretta, dovuta alla mancata conoscenza della tecnica o a una diagnosi non accurata, può aumentare i sintomi del soggetto; mentre un'applicazione corretta fa sì che i sintomi, quali dolore, immobilità, migliorino rapidamente. Il nastro utilizzato non è uno strumento sterile di conseguenza non può essere applicato sopra o vicino a zone infette.

Il Taping NeuroMuscolare migliora la vascolarizzazione e il drenaggio linfatico di conseguenza può essere controindicato nelle seguenti patologie:

- trombosi acuta;
- carcinoma e metastasi;
- flebite;
- congestione acuta diabetica;
- infezione in atto;
- trauma acuto da lesione grave muscolare e tendinite;
- immediato postoperatorio;
- ferite, infezioni o ulcerazioni cutanee;
- edema da insufficienza cardiaca.

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Si tratta di un disturbo muscolo-scheletrico estremamente diffuso tra la popolazione.Essa può essere scatenata da un insieme di cause particolarmente numerose ed eterogenee. Tra tutte, la sedentarietà, i colpi di freddo e la postura scorretta costituiscono gli elementi eziopatologici maggiormente coinvolti. La cervicalgia acuta è invece causata da: colpi di frusta, ernie cervicali, ipercifosi dorsale, iperlordosi lombare, osteofiti, spondilosi e sport di potenza.

Applicazione tape giallo con taglio a I

Flettere il capo in avanti. Con partenza all'altezza del margine inferiore della scapola applicare il tape con decorso ascendente e parallelo alla colonna vertebrale fino a raggiungere la nuca.

Applicazione tape verde con taglio a W

Applicare la base del ventaglio (A) sul processo coracoideo scapolare sinistro. Flettere il capo lateralmente sul lato opposto, applicare il tape fino a raggiungere la zona tra orecchio e mandibola. In posizione di flessione laterale effettuare una torsione del capo con mento verso il braccio sinistro, applicare il tape fino a raggiungere la zona centrale della nuca. Tornare il capo in asse con la colonna vertebrale. Portare il braccio sinistro lateralmente in fuori e flettere sul piano saggittale fino a raggiungere la spalla destra, applicare il tape con decorso obliquo fino a raggiungere il punto di partenza del tape giallo.

Dopo aver applicato il tape strofinare sopra per attivare la colla.

Ripetere l'applicazione dei tape (giallo e verde) su entrambi i lati. Nota bene se il tape è stato applicato bene dovrebbe presentare lungo la sua estensione delle pieghe

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La lombalgia, più comunemente detta mal di schiena, colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale ed è caratterizzata da dolore e limitazione funzionale e non è attribuibile ad una condizione patologica ben definita.

 Applicazione tape blu con taglio a I

Flettere il tronco in avanti. Con partenza all'altezza del margine superiore della cresta iliaca applicare il tape con decorso ascendente e parallelo alla colonna vertebrale fino a raggiungere la vertebra dorsale D11. Ripetere l'applicazione del tape su entrambi i lati. Nota bene se il tape è stato applicato bene dovrebbe presentare lungo la sua estensione delle pieghe.

Applicazione tape marrone con taglio a I

Tagliare il tape per una lunghezza di circa 20 centimetri. Piegarlo al centro in modo da ottenere due metà. Applicare il tape qualche centimetro sopra la linea interglutea partendo dal centro della colonna vertebrale. Effettuare una torsione del tronco verso sinistra e continuare ad applicare il lato destro del tape sulla pelle. Effettuare la torsione del tronco verso destra e continuare ad applicare il lato sinistro del tape. Nota bene se il tape è stato applicato bene dovrebbe presentare lungo la sua estensione delle pieghe.

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La lombosciatalgia (o sciatalgia) è: “un insieme di sintomi che originano dalla radice nervosa di una vertebra lombare o sacrale e si presentano lungo tutto il decorso del nervo sciatico fino al piede. Si tratta di una discopatia causata dall’ernia, cioè una parte del disco intervertebrale si sposta posteriormente e va a premere sulla radice nervosa.

Applicazione tape verde con taglio a I

Posizionare il paziente in decubito laterale. In posizione di coscia flessa sul bacino, flettere la gamba sulla coscia e posizionare in flessione plantare il piede. Con partenza all'altezza del margine superiore della cresta iliaca applicare il tape con decorso discendente lungo la gamba seguendo il decorso del nervo sciatico fino a raggiungere la porzione mediale del dorso del piede.

Ripetere l'applicazione del tape su entrambi i lati. Nota bene se il tape è stato applicato bene dovrebbe presentare lungo la sua estensione delle pieghe.

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Quando si ha un trauma distorsivo della caviglia principalmente a soffrire sono i tendini e la capsula articolare , ma anche i nervi vengono ad essere interessati. Sono traumi di notevole riscontro in attività sportive in cui sono frequenti salti e cambi repentini di posizione. Il trauma si presenta con dolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malleolo peroneale, che insorge durante la palpazione;

•Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed articolare, segno della rottura della piccola arteriola passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore (segno di Robert-Jaspert);

•Limitazione funzionale causata dal dolore che il paziente avverte durante i movimenti dell’articolazione;

•Instabilità dell’articolazione tibio-astragalica nei casi più gravi.

Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolore residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale. Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale variabile di pazienti che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti. Questo avviene perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo.

I PRINCIPALI NERVI INTERESSATI

    nervo peroniero superficiale (fibulare)
    nervo surale
    nervo peroniero profondo
    nervo tibiale
    nervo safeno
    nervo plantare mediale
    nervo plantare laterale
    nervo muscolo-cutaneo arto inferiore
    nervo safeno esterno
    nervo tibiale anteriore
    nervo tibiale posteriore
    nervo safeno interno
    nervo plantare interno
    nervo plantare esterno

La gravità della distorsione determina l’importanza delle lesioni nervose. In caso di distorsione moderata, in assenza di frattura e di rottura totale capsulo-ligamentosa, una infiammazione e/o un ematoma rischiano di installarsi attorno ad uno dei nervi periferici del piede,. L’aggressione chimica e la compressione meccanica spiegano il dolore costante in fase acuta. L’immobilizzazione della caviglia rischia di rallentare i trasporti assonali e, per risistemazione tissutale, di creare delle aderenze.

1° FASE Tecnica decompressiva

Applicazione Tape blu con Taglio a ventaglio a cinque

Applicare la base del ventaglio a circa 15 cm sopra il malleolo peroneale. Effettuare una flessione plantare con inversione del piede. Applicare il primo raggio del ventaglio con decorso discendente facendolo passare dietro il malleolo peroneale e proseguendo fino a raggiungere il V dito del piede. Continuare ad applicare il secondo ed il terzo raggio del ventaglio con decorso parallelo al primo. Posizionare il piede in flessione plantare. Continuare ad applicare gli altri raggi del ventaglio con decorso parallelo ai precedenti.

Applicazione Tape rosa con Taglio a ventaglio a cinque

Applicare la base del ventaglio sulla tibia a circa 15 cm sopra il malleolo peroneale. Effettuare una flessione plantare con eversione del piede. Applicare il primo raggio del ventaglio con decorso discendente facendolo passare dietro il malleolo tibiale e proseguendo fino a raggiungere lateralmente il I dito del piede. Continuare ad applicare il secondo ed il terzo raggio del ventaglio con decorso parallelo al primo. Posizionare il piede in flessione plantare. Continuare ad applicare gli altri raggi del ventaglio con decorso parallelo ai precedenti.

2° FASE Tecnica compressiva

Identificare i punti di repere sul piede:

Asse longitudinale dorsale e plantare, Malleolo Tibiale e Peroneale, Asse di carico plantare su proiezione malleolare, V Metatarso.

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STABILIZZARE LA CAVIGLIA

Per stabilizzare la flessione plantare (Taglio ad I), posizionare il piede a martello ed applicare il tape partendo dalla base delle dita sul dorso del piede. Applicare la porzione distale del tape sulla zona tibio-peroneale a circa 15 cm dal malleolo peroneale. Fare aderire la pozione centrale del tape sulla pelle. Attivare la colla del tape.

Per stabilizzare il tendine di Achille (Taglio ad I)posizionare il piede a martello ed applicare il tape partendo dalla volta plantare lungo l'asse longitudinale del piede. Mettere in tensione il tape e proseguire longitudinalmente fino a raggiungere la porzione ventrale del polpaccio. Attivare la colla del tape.

Per stabilizzare la prono supinazione del calcagno (Taglio ad X), applicare il tape partendo dal centro dell'asse di carico plantare del piede. Mettere in tensione il tape e proseguire con entrambi il lembi del tape ai lati dei malleoli. Attivare la colla del tape.

Per stabilizzare la zona sottomalleolare (Taglio ad I), partendo dal tallone applicare il tape lateralmente al piede  lungo il bordo mediale e laterale del piede. Attivare la colla del tape.

Per stabilizzare la zona metatarsale  (Taglio ad I), applicare il tape dal I metatarsale al V metatarsale. Attivare la colla del tape.

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Questa tecnica è indicata per trattare le sofferenze della spalla cagionate da movimenti del braccio al di sopra della spalla in intra e/o extra-rotazione (la sindrome del conflitto sotto-acronimo-coracoidea). Questo bendaggio abbassa il tono muscolare , drena  e migliora lo stato infiammatorio il cui obiettivo finale è l'eliminazione della causa iniziale di danno cellulare o tissutale.

Un pò di anatomia.....

PUNTI DI REPERE

Acromion
Processo coracoideo

BENDAGGIO DECOMPRESSIVO SPALLA SX

 

I ventaglio ancoraggio sopra la spina della scapola

II ventaglio ancoraggio sotto la clavicola

III ventaglio ancoraggio sulla vertabra D6
 

I ventaglio rosa, ancoraggio sopra la spina della scapola

Applicare la base del ventaglio sopra la spina della scapola sinistra. Portare il braccio sinistro lateralmente in fuori e flettere sul piano saggittale fino a raggiungere la spalla destra. Applicare il tape con i primi tre lembi (paralleli tra loro) verso la base del deltoide. Portare il braccio sinistro lateralmente in fuori ed effettuare una intra-rotazione dello stesso. Applicare i due lembi liberi del tape raggiungendo la porzione anteriore. Attivare la colla del tape.

II ventaglio verde, ancoraggio sotto la clavicola

Applicare la base del ventaglio sotto la clavicola sinistra. Portare il braccio sinistro dietro la schiena toccando con il dorso della mano la natica destra. Applicare il tape con i primi tre lembi (paralleli tra loro) verso la base del deltoide. Cambiare la posizione del braccio, Portare il braccio sinistro lateralmente in fuori ed effettuare una extra-rotazione dello stesso. Applicare i due lembi liberi del tape raggiungendo la porzione posteriore del deltoide. Attivare la colla del tape.

III ventaglio arancione, ancoraggio sulla vertabra D6

Applicare la base del ventaglio sulla vertebra D6. Portare il braccio sinistro lateralmente in fuori e flettere sul piano saggittale fino a raggiungere la spalla destra. Applicare il tape con i primi tre lembi (paralleli tra loro) in direzione della porzione anteriore del deltoide. Cambiare la posizione del braccio, da lungo il fianco portare il braccio dietro la schiena toccando con il dorso della mano la natica destra. Applicare i due lembi liberi del tape parallelamente ai precedenti. Attivare la colla del tape.

Nota bene se il tape è stato applicato bene dovrebbe presentare lungo la sua estensione delle pieghe.

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Un pò di anatomia.....

Questa tecnica viene praticata per fornire supporto al ginocchio e alla rotula, alleviare il dolore e il gonfiore associati.

Da seduto piegare la coscia sulla gamba a 90 gradi. Tagliare il 1°e 2° tape di 20-25 cm. Applicare il 1° tape (Taglio ad I) partendo a circa 10 centimetri sopra il ginocchio e procedere in senso discendente fino a raggiungere la porzione anteriore della tibia. Applicare il 2° tape (Taglio ad y) partendo dalla porzione anteriore della tibia (sotto il ginocchio)  procedere in senso ascendente con entrambi i lembi ai lati dell'articolazione. L'ultimo tape di circa 15 cm viene applicato con una leggera tensione partendo dalla zona centrale sotto rotulea e proseguendo parallelamente ai lembi del tape precedente.

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Il gomito del tennista (epicondilite) è un disturbo doloroso che colpisce non solo chi gioca a tennis, ma anche tutti coloro che fanno largo uso del braccio. Se il gomito inizia a far male e non viene curato, può causare perdita di funzionalità e mobilità del braccio. Le terapie non chirurgiche sono quasi sempre efficaci; si ricorre all’intervento chirurgico solo come extrema ratio.

Il gomito del tennista è una forma di tendinite che colpisce i tendini connessi all’epicondilo, una struttura ossea del gomito; se non viene curata, l’infiammazione e il dolore possono aumentare e cronicizzarsi. Il gomito è un’articolazione che aiuta a flettere il braccio e a ruotare il palmo della mano: è formato da tre ossa: l’omero, l’osso dell’avambraccio superiore, e le due ossa dell’avambraccio inferiore, cioè il radio e l’ulna. Le ossa dell’articolazione si muovono grazie ai muscoli, che sono attaccati alle ossa grazie ad appositi tessuti detti tendini. Le due protuberanze ossee nella parte inferiore dell’omero si chiamano epicondili. I tendini si attaccano all’omero proprio all’altezza degli epicondili. I tendini e i muscoli attaccati agli epicondili aiutano a estendere il polso e le dita. Se i tendini sono infiammati e fanno male, il disturbo risultante è detto epicondilite laterale o gomito del tennista.

L’epicondilite laterale è anche detta gomito del tennista perché è un disturbo caratteristico di chi gioca a tennis. Il gomito del tennista si sviluppa perché il tennista afferra ripetutamente la racchetta e la stringe, sovraccaricando così il gomito. I tendini attaccati agli epicondili laterali o esterni si infiammano. In alcuni casi il gomito del tennista può svilupparsi perché il tendine è leggermente lacerato, oppure a causa di un grave trauma del gomito.  I tendini servono per estendere il polso e le dita, quindi se sono danneggiati si inizia ad avvertire il dolore durante i movimenti ripetuti del polso. Il dolore si estende poi al braccio e in alcuni casi anche alla mano. Tra le attività che comportano l’uso ripetuto del polso ricordiamo l’uso del cacciavite, del martello o delle forbici.

I sintomi tipici del gomito del tennista possono includere:

1    Il dolore che si irradia dalla parte esterna del gomito fino all’avambraccio e al polso,
2    Dolore quando si usa il polso,
3    Debolezza dell’avambraccio,
4    Un dolore che peggiora nel corso di settimane o mesi,
5    Dolore durante l’uso della mano per fare presa, come le strette di mano o girare una maniglia,
6    Incapacità di tenere certi oggetti in mano, come ad esempio un bicchiere

Un pò di anatomia.....

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