Preparazione all'esame

Esame eseguito sul sangue in cui è consigliabile stare a riposo e digiunare nelle 8-10 ore che precedono il prelievo.

Tipo di provetta in uso: provetta tappo giallo o rosso (SIERO) - Micro particelle di silice, granuli di polystyrene, gel separatore, vuota.

Funzioni e Valori

 Le transaminasi sono sostanze enzimatiche che intervengono nella trasformazione degli amminoacidi in energia, in modo particolare durante lunghi sforzi fisici. Sono abbondanti all'interno delle cellule del fegato e nel muscolo scheletrico striato. La loro analisi permette di valutare le condizioni epatiche, dei muscoli che coordinano i movimenti dello scheletro o la presenza di eventuali lesioni del muscolo cardiaco. Le transaminasi si riversano nel sangue, e quindi aumenta la loro concentrazione, quando le cellule epatiche e quelle dei muscoli vengono danneggiate.

 

 Le transaminasi glutamico-ossalacetico o aspartato transferasi, in sigla GOT e AST, sono enzimi che rivestono un ruolo determinante nell'organismo. Sono presenti nel fegato e la loro analisi permette di valutare le condizioni epatiche. I livelli di transaminasi nel sangue permettono anche di stabilire possibili alterazioni dei muscoli che coordinano i movimenti dello scheletro o la presenza di eventuali lesioni del muscolo cardiaco.

Valori nella norma:

uomo inf a 35 U/l;

donna Inf.a 31 U/l.

Le transaminasi glutamico piruvica o alanino amino transferasi , in sigla GPT e ALT, sono presenti nel fegato, la loro analisi permette di valutare le condizioni epatiche in modo dettagliato.

Valori nella norma:

uomo 10 -40 U/l;

donna 5 - 35 U/l.

Modalità d'azione

Le transaminasi (o aminotransferasi) sono  enzimi predisposti a catalizzare la reazione di trasferimento del gruppo amminico α da un amminoacido a un α-chetoacido. Si tratta della prima tappa del catabolismo degli amminoacidi e serve ad incanalare gruppi amminici verso l’ α-chetoglutarato al fine di trasformarlo in glutammato, il quale poi verrà sottoposto ad una reazione di deaminazione ossidativa (catalizzata dalla glutammato deidrogenasi) per formare uno ione ammonio che sarà utilizzato per generare urea.

Nelle cellule esistono molti tipi di transaminasi le quali utilizzano α-chetoglutarato come accettore del gruppo amminico ma divergono tra loro per la specificità nei confronti dell’amminoacido utilizzato.

Le reazioni catalizzate da tali enzimi sono tutte facilmente reversibili. Quando arriva l’amminoacido il suo gruppo amminico α si sostituisce a quello ε della lisina. La nuova base che si è venuta a creare rimane saldata al sito attivo dell’enzima attraverso la formazione di legami multipli non covalenti. Essa perde un protone dal carbonio α, formando un intermedio chinonoide, la cui riprotonazione determina la produzione di una chetimina che presenta un doppio legame tra il carbonio α e l’azoto del substrato legato. Una successiva reazione di idrolisi determina il distacco di un α-chetoacido e la formazione di piridossammina fosfato. La seconda parte della reazione si svolge in modo diametralmente opposto: un α-chetoacido si lega alla piridossammina fosfato e successivamente si stacca un nuovo amminoacido e si rigenera il piridossal fosfato.

Possibili cause valori alterati

 Le transaminasi GOT basse possono essere determinate da:

    gravidanza
    dialisi
    diabete

Le transaminasi GOT alte possono essere determinate da:

    mononucleosi
    infarto del miocardio
    alcolismo
    ittero ostruttivo
    asma
    cirrosi epatica
    distrofia muscolare
    epatite
    gotta
    pancreatite
    interventi chirurgici
    leptospirosi
    metastasi epatiche

 

 Le transaminasi GPT alte possono essere determinate da:

    obesità
    uso di contraccettivi ormonali
    traumi
    distrofia muscolare
    emolisi
    scompenso circolatorio
    ittero ostruttivo
    metastasi epatiche
    mononucleosi
    cirrosi epatica
    pancreatite
    epatiti

Campanello d'allarme

Esistono dei sintomi che dovrebbero far pensare ad un innalzamento delle transaminasi, anche se in molti casi non sono particolarmente significativi e si manifestano a patologia già avanzata. Se compaiono diarrea, vomito, nausea, dolore addominale (specie nella regione del fegato), feci di colore molto tenue e ittero(colorazione della pelle e della sclera dell'occhio giallognola), è altamente consigliabile rivolgersi al proprio medico di fiducia per farsi prescrivere tutti gli accertamenti del caso.

Abitudini salva vita

Transaminasi non eccessivamente alte, se vengono scongiurate patologie di una certa gravità, sono spesso legate a fegato grasso e a un sovraccarico del metabolismo epatico, conseguenti a una alimentazione scorretta. Per far sì che ritornino a livelli ottimali, si dovranno cambiare le proprie abitudini alimentari, introducendo nella propria dieta una più alta percentuale di pesce e carne magri e ricche porzioni di frutta e verdura, evitando invece le salse, le fritture, gli insaccati, le frattaglie, i formaggi grassi e ovviamente gli alcolici. Inoltre, è utile associare a una alimentazione adeguata una giusta dose di attività fisica e infine cercare, per quanto possibile, di evitare stress e sforzi fisici troppo intensi, per non gravare sul tessuto muscolare cardiaco. Altra norma salvavita è quella di sottoporsi regolarmente, almeno una volta o due l'anno, a regolari visite di ceck-up medico e ad esami completi e approfonditi del sangue, per monitorare costantemente il proprio stato di salute.

Considerazioni....

L'approccio ad una ipertransaminasemia isolata prevede un'accurata anamnesi ed un puntuale ed attento esame clinico. Poiché le cause possono essere le più disparate, e dovendo ricorrere a numerose e diversificate indagini, sarà opportuno affidarsi ad uno specialista gastroenterologo al fine di poter effettuare un corretto iter diagnostico e successivamente (eventualmente) terapeutico.