Preparazione all'esame

Esame sul sangue in cui è necessario digiunare nelle 9-12 ore che precedono il prelievo ed astenersi da sostanze alcoliche per almeno 24 ore. L'alimentazione immediatamente precedente al prelievo e le sostanze alcoliche assunte nei giorni precedenti influenzano i valori di trigliceridi nel sangue.

Tipo di provetta in uso: provetta tappo giallo o rosso (SIERO) - Micro particelle di silice, granuli di polystyrene, gel separatore, vuota.

Funzioni e Valori

I trigliceridi sono i grassi del sangue che derivano dall'alimentazione e rappresentano il 90-98% di tutti i grassi contenuti negli alimenti. Essi aumentano in buona parte quando la dieta sia troppo ricca di car­boidrati (zuccheri) e di lipidi (grassi). I trigliceridi costituiscono gli elementi che formano il grasso corporeo e rappresentano il principale tipo di grasso presente nelle riserve energetiche dell'organismo, la fonte dove viene attinta l'energia per l'organismo. I trigliceridi non forniscono immediatamente energia all'organismo ma vengono immagazzinati per i momenti di emergenza. I trigliceridi rimangono nel sangue temporanea­mente e, attraverso il sangue, vengono diffusi agli organi che devono utiliz­zarli come i muscoli (per produrre energia), il tessuto adiposo e il fegato, che li trasforma in altre sostanze. Quando i trigliceridi sono in eccesso, gli organi non riescono ad utilizzarli completamente, così la quantità che abbonda viene nuovamente immessa nel sangue dove può combinarsi con altre sostanze e formare le placche che ostruiscono le arterie causando malattie cardiovascolari. Il fegato, poi, quando i trigliceridi sono troppi, li trasforma in colesterolo, fattore di rischio per il cuore. L'aumento dei trigliceridi, insieme a quello del colesterolo, comporta un incremento del rischio di danni al sistema circolatorio. Un incremento dei trigliceridi, associato ad una forte diminuzione dei valori del colesterolo HDL, rappresenta un fattore di rischio per ictus ed infarto.

Valori nella norma:

uomo 40 - 160 mg/dl;

donna 35 - 135 mg/dl.

Possibili cause valori alterati

L'ipertrigliceridemia è comunemente associata a fattori quali un eccessivo consumo di alcol, uso di estro-progestinici (inclusa la pillola anticoncezionale), diabete scompensato ed ipotiroidismo. Anche gli eccessi calorici, in particolare se dovuti alla massiccia ingestione di zuccheri semplici, aumentano i valori ematici di trigliceridi; ricordiamo infatti che gli zuccheri - al contrario dei lipidi - non hanno un sistema di immagazzinamento efficace. Per questo motivo, quando sono assunti in eccesso, vengono trasformati in trigliceridi nel fegato.

I trigliceridi alti possono essere determinati da:

Pancreatite acuta
Inattività fisica
Dieta molto ricca in carboidrati (> 60% dell'energia totale)
Fumo di sigaretta
Eccessivo consumo di alcolici
Sovrappeso ed obesità
Sindrome metabolica
Diabete mellito e insulino-resistenza
Insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica, malattie renali croniche
Sindrome di Cushing
Ipotiroidismo
Gravidanza

Alcuni farmaci: corticosteroidi, inibitori delle proteasi (terapia per HIV), beta-bloccanti, estrogeni per via orale, tamoxifene, retinoidi, diuretici tiazidici.

I trigliceridi bassi possono essere causati da:

    digiuno prolungato
    malnutrizione
    anemia
    gravidanza
    contraccettivi ormonali
    ipertiroidismo
    ustioni
    senilità

Meccanismo d'azione

Trigliceridi alti sembrano più pericolosi per le donne e per chi soffre di diabete.

La pericolosità dipende dal tipo di lipoproteine in cui i trigliceridi sono prevalentemente stoccati: sebbene siano presenti in tutti i tipi, questi lipidi si concentrano soprattutto all'interno di chilomicroni, VLDL e ILDL. I chilomicroni non sembrano essere aterogenici, grazie alle loro grandi dimensioni che impediscono di infiltrarsi sotto l'endotelio vasale. Al contrario, le lipoproteine VLDL e soprattutto le ILDL, sono aterogeniche.

In linea generale il potere aterogeno aumenta al diminuire della dimensione delle lipoproteine.

Abitudini salva vita

Migliorare il proprio stile di vita raggiungendo e mantenendo il peso forma, diminuendo il consumo di carboidrati ed alcol, ed aumentando l'attività fisica può ridurre significativamente i livelli di trigliceridi nel sangue.
Ridurre il consumo di zuccheri semplici (dolci, frutta disidratata e frutta zuccherina, come fichi, banane, uva, mandarini e cachi).
Limitare l'apporto calorico, evitando le abbuffate.
Consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana; in altrettante occasioni sostituire la carne con i legumi.
Limitare il consumo di cibi ricchi di grassi saturi (contenuti soprattutto nei latticini e nella carne grassa), sostituendoli con quelli ricchi di acidi grassi monoinsaturi ed in particolare di acido oleico (olio di oliva, frutta secca ed oli vegetali in genere).
Ridurre, meglio evitare, i grassi idrogenati (contenuti nella margarina ed in molte pastine, snack e prodotti da forno confezionati).
Mantenere elevato il consumo di alimenti ricchi di antiossidanti.

Se nonostante l'adozione di queste norme comportamentali, le analisi ematiche continuano a mostrare valori di trigliceridi alti, il medico può intervenire prescrivendo medicinali specifici, come i fibrati, od un integratore di acidi grassi essenziali o carnitina.
I fibrati sono il farmaco più efficace in presenza di ipertrigliceridemia, seguiti dalla niacina, dall'olio di pesce e dalle statine.

ATTENZIONE !!!

Per sicurezza, nel caso in cui i valori siano notevolmente aumentati, è consigliabile ripetere l'esame dopo un digiuno di quindici ore (e non solo di otto ore) per essere certi che la dieta non influisca in modo determinante sull'analisi.

E' sempre consigliabile, inol­tre, informare il medico su quale tipo di medicinali si sta assumendo in modo che possa avere una valutazione globale dello stato di salute della persona (per esempio, il valore dei trigliceridi aumenta se si sta prendendo la pillola anticoncezionale o alcuni medicinali diuretici).