L’esame citologico urinario riveste un ruolo importante nella diagnosi, nello screening e nel follow-up delle neoplasie vescicali in primis e dell’apparato escretore in generale. La citologia urinaria è un test per la ricerca di cellule anormali nelle urine. Il medico può prescrivere un esame citologico delle urine se del sangue è stato rilevato nelle urine (ematuria). La citologia urinaria può essere utilizzata anche in persone che sono già state diagnosticate con cancro alla vescica e hanno subito il trattamento. In questi casi, un test di citologia dell'urina può aiutare a rilevare una recidiva di cancro della vescica.

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Come ci si prepara

Per prepararsi al test delle urine, è bene pianificare quale minzione va raccolta. L'urina eliminata durante la minzione di prima mattina non può essere utilizzata per la citologia urinaria. Le cellule detenute durante la notte nella vescica possono essere degradate, questo rende difficile analizzarle in laboratorio.

L’ESAME CITOLOGICO VA ESEGUITO SU 3 CAMPIONI DI URINA RACCOLTI IN 3 GIORNI SUCCESSIVI

La raccolta delle urine va iniziata nei 2 giorni precedenti la data della consegna dei campioni (es. se la consegna è per lunedì, le urine dovranno essere raccolte il sabato, la domenica e il lunedì mattina). Per effettuare l’esame verrà fornito un sacchetto contenente: tre contenitori preriempiti con liquido fissativo per la conservazione e il trasporto dei campioni di urina, tre etichette autoadesive, il foglio con le istruzioni.

PRECAUZIONI D’USO

Il liquido presente nei contenitori è INFIAMMABILE. Tenere i contenitori lontano da fiamme e scintille.

Non berlo e conservare i contenitori fuori della portata dei bambini.

Non mangiare, né bere, né fumare durante l’impiego.

Evitare il contatto con gli occhi. In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente e abbondantemente con acqua.

Conservare i contenitori ben chiusi in luogo fresco.

ISTRUZIONI D’USO

1. Le urine non devono essere quelle della notte, ma le seconde della mattina (es. il mattino si urina normalmente, si bevono 2 o 3 bicchieri di acqua e si raccolgono le urine successive).

2. Raccogliere l’ urina in un recipiente pulito.

3. Aprire il contenitore “CAMPIONE 1” contenente il fissativo ed introdurvi l’urina fino al livello della scritta blu, parte alta dell’etichetta, oppure fino alla tacca nera presente a destra dell’etichetta. Richiudere accuratamente il contenitore.

4. Scrivere i propri dati anagrafici sulle etichette autoadesive fornite ed applicarne una sul contenitore. Conservare il contenitore così allestito in luogo fresco (frigorifero). Ripetere il procedimento il secondo ed il terzo giorno, utilizzando i contenitori “CAMPIONE 2” e “CAMPIONE 3”.

Reintrodurre i tre campioni nel sacchetto insieme con la richiesta o impegnativa e il foglio raccolta dati per citologia urinaria debitamente compilato nell’apposita tasca del sacchetto, non a contatto dei contenitori.

I TRE CAMPIONI VANNO CONSEGNATI INSIEME NELLO STESSO GIORNO

Non servono le urine delle 24 ore.

Non serve il digiuno

Testare i campioni di urina che sono stati raccolti nell'arco di diversi giorni può aumentare l'accuratezza del test delle urine.

Il campione di urina viene mandato ad un laboratorio dove un medico patologo eseguirà i dovuti controlli. Il patologo analizza le cellule del campione di urina al microscopio, rileva i tipi di cellule e cerca i segni nelle cellule che potrebbero indicare il cancro.

RISULTATI DEL TEST

Ogni laboratorio ha il suo modo di descrivere i risultati di un esame citologico urine. Alcune parole comuni usate nei report di patologia sono:

Campioni insoddisfacenti. Questo può significare che le cellule non sono sufficienti, oppure il tipo sbagliato di cellule sono state trovati nel campione di urina. Potrebbe essere necessario ripetere il test citologico delle urine.

Negativo. Ciò significa che non sono state identificate le cellule tumorali nel campione di urina.

Atipico. Ciò indica alcune anomalie trovate nelle cellule del campione di urina. Ma anche se le cellule non erano normali, non erano considerate come segni di cancro.

Sospettoso. Questo termine può indicare che le cellule possono essere cancerogene.

Positive. Un risultato positivo indica che le cellule tumorali sono state trovate nelle urine.

Un test di citologia dell'urina non può essere utilizzato da solo per diagnosticare il cancro. Se le cellule atipiche o cancerose vengono rilevate utilizzando la citologia urinaria, il medico potrebbe raccomandare una procedura chiamata cistoscopia o la tomografia computerizzata (TAC) per esaminare la vescica e le vie urinarie alla ricerca di anomalie.

 

Soggetti a rischio

La citologia urinaria viene generalmente effettuata in soggetti a rischio quali :

1) individui con sintomatologia urinaria (ematuria, pollachiuria, stranguria);

2) lavoratori esposti ad agenti cancerogeni quali amine aromatiche (alanina);

3) pazienti sottoposti ad irradiazione della pelvi o a cicli di ciclofosfamide;

4) pazienti in trattamento per neoplasia dell’urotelio, data la frequenza delle recidive che si verificano in tali casi.

L’indagine presenta buone possibilità diagnostiche nei tumori papillari di medio grado ed alto grado e nel carcinoma in situ non papillare. La citologia urinaria può rilevare tumori grandi e aggressivi del tratto urinario. La citologia urinaria potrebbe non rilevare piccoli tumori del tratto urinario che crescono più lentamente.

Normalmente l’urina è un...

Normalmente l’urina è un liquido acellulato prodotto durante la funzione escretrice renale; come il liquido passa attraverso tubuli, pelvi renale, uretere, vescica ed uretra, esso raccoglie le cellule che desquamano derivanti dagli epiteli di questi organi anche se la quantità è scarsa per l’adesione tra loro delle cellule epiteliali. Poiché le urine sono isotoniche, spesso non sono un mezzo ospitale per le cellule desquamate; pertanto risultano scarsamente cellulate e qualche volta di difficile valutazione all’esame microscopico. Nel corso degli ultimi 20 anni la citologia urinaria è stata largamente utilizzata nella diagnosi e nel follow-up delle neoplasie vescicali e da molti è ancora ritenuta l’esame fondamentale per questa patologia. Il quadro clinico delle neoplasie vescicali, in genere, si manifesta con l’ematuria macroscopica, ovvero la presenza nelle urine di sangue visibile ad occhio nudo, spesso ricorrente, con sangue il più delle volte rosso vivo fluido o, più spesso, misto a coaguli. Possono manifestarsi  talvolta anche i segni di irritabilità vescicale, ovvero pollachiuria, stranguria, tenesmo e minzione imperiosa, che spesso però si riscontrano in neoplasie vescicali infiltranti. Comunque non bisogna escludere alcune patologie infiammatorie, quali la cistite emorragica (frequente in pazienti che fanno uso di anti-infiammatori non steroidei), in cui il quadro clinico il più delle volte è sovrapponibile; in questi casi, un buon esame citologico del sedimento urinario ci può escludere o meno la neoplasia. Fondamentale per un accurato iter diagnostico che il campione di urine sia accompagnato da una dettagliata storia clinica del paziente, dalle modalità di raccolta e conservazione delle stesse e da ogni dettaglio riguardante terapie precedenti o in atto in quanto possono facilmente alterare le cellule e dare quindi dei falsi positivi. Infatti la cellularità e la morfologia cellulare possono essere alterate da manovre invasive (esempio cistoscopia o cateterismo), infezioni, infiammazioni, recenti interventi chirurgici, immunoterapia, radioterapia e chemioterapia locale o generale. Per evitare disformità, sarebbe opportuno che il processo di preparazione delle urine sia codificato e standardizzato dal laboratorio: il miglior prelievo è quello delle urine mattutine in quanto sono più cellulate anche se presentano alterazioni degenerative più marcate; per tale motivo ci sono più metodiche per la raccolta delle urine; dal punto di vista diagnostico, l’ottimale sarebbe la raccolta delle prime urine mattutine dopo averne eliminate un po’ con un primo getto, per 3 giorni consecutivi, in un contenitore sterile a bocca larga a cui si aggiunge una pari quantità di fissativo (normalmente alcool etilico) per fissare le cellule e quindi evitare quei processi degenerativi di cui si è fatto cenno in precedenza. Il crescente utilizzo della citologia urinaria è stato accompagnato da un contemporaneo miglioramento nell’accuratezza diagnostica dei preparati citologici; infatti le caratteristiche citomorfologiche delle neoplasie vescicali e dei suoi precursori sono state standardizzate e pertanto il grado di anomalie citomorfologiche delle cellule è correlato al grading della neoplasia; infatti la capacità diagnostica della citologia urinaria è più accurata nelle neoplasie con grading maggiore in quanto le alterazioni cellulari sono più marcate e la cellularità è maggiore perché le cellule neoplastiche perdono la differenziazione classica. Pertanto, l’esame citologico delle urine è un esame non invasivo per il paziente e gioca un ruolo importante in quei pazienti con pregressa storia clinica di neoplasia vescicale ed ha il compito di monitorare la progressione, le recidive o di valutare eventuali trattamenti; per una buona riuscita dell’esame, comunque, ha un ruolo fondamentale anche il paziente che deve collaborare sia nella raccolta, conservazione e trasporto del materiale e sia nell’indicare all’osservatore eventuali patologie, terapie o manovre effettuate che possono inficiare il buon esito dell’esame.